domenica 1 settembre 2013

Quattro in uno




La mattina, qui, già si respira quell'aria umida e fresca del primo Autunno, 
eppure la giornata è ancora, come deve essere, densa di sole e di rumori d'Estate. 
Due stagioni che si stanno lentamente dando il cambio, una restia a cedere il passo, 
l'altra, prepotente, che reclama le sue prime ore.

Io, per ora, mi tengo stretta l'Estate... poi, si vedrà!



5 commenti:

  1. Cara MEG, stesse sensazioni qui, stessi pensieri anche per me. Ma l'estate c'è ancora eccome, anzi, per me questa è la parte migliore: sole, temperatura ancora alta ma decisamente piacevole, cielo azzurro, quasi (quasi...) senza foschie, aria più leggera. Io amo il settembre della Pianura Emiliana, persino vissuta da qui, in città!

    Un abbraccio

    Gian Marco

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    1. Verissimo, Gian Marco... settembre è spesso la parte migliore dell'estate.
      Se solo la lasciassero godere anche ai nostri bambini, come era per noi quando le scuole iniziavano il primo di ottobre!
      A presto e grazie!

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  2. Cara Maria Elena, vorrei solo aggiungere un piccolo mio pensiero sulla tua rappresentazione delle stagioni qui sopra, e, per una volta, salto a piedi pari l'aspetto grafico e realizzativo: infatti, poco gioverebbero altre lodi sperticate (nonché sincere, da parte mia, come sempre) alla tua immensa bravura. Naturalmente, confermo ogni cosa che sai io penso del tuo lavoro pieno d'anima e vita vera, oltreché di tecnica sopraffina, e ogni lode in merito sia riverberata e si perpetui anche attraverso questo mio piccolo scrivere, ci mancherebbe.

    Tuttavia, ciò che m'ha impressionato guardando il tuo albero è che m'ha fatto pensare immediatamente al Tao della vita. Così ho avuto stimolo per ripensare certi ragionamenti e riprendere in mano certi libri, ripercorrendo un cammino di anni della mia vita. Tramite il tuo disegno, ho rispolverato molta "roba" interiore, della quale, come sempre, t'inondo. E scusa il contesto non ideale per farlo...

    La visione del mondo Taoista è di tipo olistico (studia e spiega i fenomeni della vita e i suoi sistemi complessi con un approccio interdisciplinare e globale, nella loro unità, un po' come facevano nel mondo antico anche in occidente, e ormai non più si fa, o quasi); quella occidentale moderna, invece, si fonda sui contrari e sulla contrapposizione, pur partendo entrambe dalle stesse posizioni.

    Lessi tempo tempo fa, in un libro sull'argomento illuminate dei miei lontani venticinque anni, che tutto l’esistente proviene dal Tao, che ogni cosa, essere ed evento è intriso del suo Carisma. Le diversificazioni apparenti sono, dunque, tutte manifestazioni del Tao. Nessuna di esse va accettata né rifiutata.
    Noi, purtroppo, le valutiamo da un punto di vista cognitivo, ne diamo un valore ed un senso, talvolta palesemente strumentale.

    In effetti, la nostra conoscenza della realtà avviene tramite comparazioni di opposti. Ben lo sapevano anche gli antichi maestri cinesi, i quali svilupparono il modello cognitivo Yīnyáng, oggi molto noto anche in Occidente (addirittura, nelle accezioni diffusesi nella "vulgata", quasi "di moda"...orrore!) . Non si può definire l’alto senza il basso, infatti, il piacere senza il dolore, il buono avulso dal cattivo ecc. Queste categorie, però, sono solo relative al punto di vista di chi osserva e in un dato tempo. Sono una visione parziale o di parte che, però, fa perdere la visione del tutto.

    Ad esempio, ci lamentiamo del caldo in estate o del freddo in inverno. Se invece manteniamo la visione globale delle stagioni nonché la loro azione unitaria, diventa evidente la necessità funzionale di entrambi. Il Taoismo riconosce che gli opposti sono necessari alla vita e al reciproco miglioramento ma insegna che tutto è relativo e impermanente.Anche nel buddismo è ben presente questa consapevolezza: niente rimane uguale per due momenti consecutivi. Eraclito, nel mondo greco, sosteneva che non possiamo mai bagnarci due volte nello stesso fiume. Confucio, osservando la corrente, disse: "Scorre incessantemente, giorno e notte". Il buddismo dice che non bisogna limitarsi a parlare dell'impermanenza (la mutevolezza del tutto, l'eterno cambiamento, il panta rei, insomma), ma dobbiamo imparare a usarla come strumento per aiutarci a penetrare profondamente nella realtà e ottenere una visione interiore più chiara. Abbiamo bisogno della mutevolezza perché invita a superare le opposizioni e a evitare gli estremi.

    Tutto questo e tanto altro mi ha evocato il tuo albero di "compresenza vitale" esplicitata attraverso le stagioni, tutte facce compenetrate l'una nell'altra della stessa energia mutevole e vitale.

    Grazie

    Gian Marco

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    1. Assolutamente grazie a te, Gian Marco, per questa bella e sentita presentazione di un pensiero che dovremmo almeno in parte fare nostro, magari compenetrandolo con il nostro personale... di qualsiasi "corrente" esso sia.

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    2. Infatti, cara Maria Elena, il mio commento era del tutto esterno e distante da ogni interpretazione di carattere religioso o confessionale, giacché (con le naturali carenze, e imperfezioni del mio essere limitatamente umano e non particolarmente saggio né preparato), mi sono avvicinato a Taoismo, Buddismo, Ebraismo ecc. prettamente da un punto di vista culturale e filosofico. Per seguire la mia sete di conoscenza, d'approfondimento, di sapere.

      Appunto però, come dici tu (e anche in questo siamo davvero "fratelli di pensiero"), per compenetrare tutto questo "con il nostro (mio) personale... di qualsiasi "corrente" esso sia."

      Con tutta l'umiltà, la parzialità, l'insufficienza della mia mente per approcciare e comprendere i "segreti" dell'Armonia Universale, naturalmente. Ma con fiera e determinata aspirazione.

      Un saluto caro

      Gian Marco

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